io sono la mia nemica

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Sono io il problema?

Ciao, non so chi leggerà questo messaggio ma ringrazio tanto per questo. ho tanti pensieri che mi affollano la testa, oggi quello che prevale è il rapporto con la mia famiglia e come influenza le mie relazioni. Non ricordo l'ultimo abbraccio con mio padre, non so cosa significa avere un rapporto normale con lui e qualcosa dentro di me, dice che mi influenza quotidianamente. Forse è per questo che non riesco ad abbracciare i miei amici, per me non è una cosa normale, mi fa soffrire tanto perché vorrei fosse naturale per me, invece se ricevo un abbraccio mi infastidisco, mi irrigidisce fisicamente, anche se in realtà in quel momento penso di dovermi lasciar andare, non riesco. Non so cosa fare, perché influenza anche la mia relazione, ieri ad esempio ho visto il mio ragazzo a una festa dopo giorni che non ci vedevamo, lui non è subito venuto da me, ma giustamente ha salutato la festeggiata e altri amici, non riuscivo a fare io il primo passo, semplicemente abbracciarlo, adesso che lo scrivo capisco ancora di più quanto sia grave per me, alla fine è lui che arrivato da me e ho paura che questo atteggiamento possa allontanarmi da lui. Dopo qualche ora di normalità alla festa, incontra il suo "capo" (una ragazza) che mi presenta (tra virgolette perché siamo giovani, io ho 20 anni e lui ha fatto una piccola esperienza lavorativa, tirocinio, in europa con l'università, quindi non un lavoro a tutti gli effetti, anche i suoi colleghi e "capi" sono più o meno giovani tutti). Lei lo nota tra la folla e lo chiama come se nulla fosse e si abbracciano per qualche tempo, in quel momento mi sono infastidita tantissimo.. Così sono andata via dopo che me l'ha presentata.. Dopo un po' sono tornata e ho visto che stavano ancora parlando così mi sono avvicinata a loro, é stato più forte di me e le ho detto "zero professionalità vero?". Ovviamente questa mia frase ci ha fatto litigare, ma io non mi aspettavo tutto questo affetto, perché non l'ha dato a me così quando mi ha vista? Lui dice che sono io il problema, sono io che sono fredda, io comunque non riuscivo a digerire il fatto che aveva abbracciato il suo "capo", per me è stata una cosa strana, anche perché mi ha sempre detto che si scocciava quando c'era lei perché significava che doveva sicuramente lavorare e fare qualcosa... Io ho paura, non so cosa fare, non so come cambiare, mi sento in trappola, non so da dove cominciare, mi scuso se non è un discorso lineare ma sto scrivendo di getto senza pensarci più di tanto. Grazie mille per questo spazio, un po' mi ha aiutato a mettere ordine nella mia testa

Dalla redazione: Cara Livia, ci sembra proprio che il rpimo passo lo debba fare tu, aprirti verso gli altri ti gioverà sicuramente.

Una cosa su cui riflettere

Ci piacerebbe, dopo che hai letto questa storia, autentica, come tutte le altre, inserita da chi stà in qualche maniera soffrendo, che tu riflettessi sulla tua vita, su cosa ti crea tanto dolore, se anche tu stai provando dolore, e che provassi a pensare che forse il motivo che te lo provoca non è poi così reale. Non cercare l'approvazione degli altri ma cerca la serenità in te stesso. L'uomo ha bisogno di pochissime cose. Può vivere serenamente seguendo poche piccole regole. Aiutare gli altri, dare senza aspettarsi niente, non frequentare chi non ci capisce, non prevaricare nessuno, non cercare l'approvazione di nessuno.

Se stai bene tu staranno bene anche le persone che ti stanno vicine, quelle che ti vogliono veramente bene e a cui tu ne vuoi a tua volta. Se stai male tu, gli altri fuggiranno. In pochi sono disposti a investire tempo per il tuo benessere. Il nostro intento iniziale era di poter allestire un centralino di ascolto ma non ci siamo riusciti. La nostra speranza è che dando la possibilità a tutti di lasciare le proprie storie, chi legge lo faccia per ascoltare gli altri e ne traggia giovamento confrontandosi, non giudicando. Vorremmo stimolare in chi legge la comprensione del dolore. Noi tutti, uomini e donne, cerchiamo gentilezza e comprensione, e noi vogliamo sia dare che ricevere questa condizione dell'animo.